La parola “Big Data” fu coniata poco dopo l’introduzione nel mercato dei social media e degli smartphones. Fino ad alcuni anni fa era la parola più’ “cool “ in circolazione nel mondo tech ed anche quella più inflazionata da tutti. Oggi l’intelligenza artificiale, l’ industria 4.0 e la realtà virtuale etc… sono le parole più sexy del momento, ma,…..qualsiasi applicazione più o meno intelligente parte dai dati.

Negli anni del Big Data, del mantra operativo, di tutte le ditte tech e di tutte le società di consulenza del pianeta, si parlava di dati come se fossero il nuovo petrolio od il nuovo oro. La corsa ai DATI era la moderna versione della Corsa all’ ORO di metà ottocento in California. 

Certamente c’e un po di esagerazione mediatica in tutti questi trends, in quanto viviamo in una società dove l’attenzione delle persone è sempre più breve e la si deve sparare il più grosso possibile per attirare l’attenzione e fare sensazionalismo.

Ma il fatto è che c’è molto di vero nel dire che un’ organizzazione che può acquisire, conservare ed estrarre conoscenza dai dati, ha un enorme vantaggio strategico nel mercato!

La relazione con le software house e’ sempre ambigua per sua natura, bisogna fare una dichiarazione di dati-indipendenza. 

Un altro aspetto centrale dell’utilizzazione di bot basati sull’ automazione intelligente, è la valorizzazione economica dei dati presenti nei database dell’ufficio. Fino ad ora la maggiorparte dei dati contabili erano contenuti nel gestionale e potevano essere estratti solo attraverso delle limitazioni della user interface. I dati inoltre non possono essere interrogati con delle query più o meno complesse e non tutti i dati venivano messi a disposizione dell’ utente. 

Le cose però cambiano grazie alla fattura elettronica ed al bot. Qui è veramente possibile creare delle banche dati dove ogni linea di fatturazione e’ rappresentata da più di 25 colonne con informazioni concernenti gli aspetti prima e dopo la registrazione.

Questo è oro vero e proprio, perché ci permette di fare operazioni di mining dei dati e di analitica descrittiva che ci danno la  possibilità di creare nuovi servizi. Servizi che possono così essere rivenduti ai clienti. 

Questa situazione vale tanto in America quanto in Italia. È un rapporto di mutua dipendenza che vede alle volte un soggetto prevalere sull’altro. In questo contesto per il commercialista è essenziale avere tutti gli XML delle fatture elettroniche  e dei corrispettivi per anni a venire poiché questo gli consentirà di avere più potere negoziale nei confronti delle ditte che forniscono gestionali.

Una nuova opportunita’ con ritorno d’ investimento piu’ alto di quello che puoi ottenere continuando a dedicarti solo alla contabilita’.

L’opportunità di scaricare i dati in maniera massiva dai vari siti dell’ agenzia delle entrate, ci porta quindi al segreto strategico che potrebbe rappresentare una chiave di svolta per molti studi. Ovvero la creazione di banche dati personalizzate che risiedono nello studio.

Queste banche dati permetterebbero la ricerca d’informazione in maniera trasversale, senza scaricare nulla dal gestionale ed anche senza limitazioni nei criteri di ricerca.

Per esempio, se volessimo fare uno studio del costo medio dei dispositivi elettronici per ognuno dei nostri clienti, per poi analizzare l’ impatto sulla produttività dell’azienda e vendere questa consulenza, lo potremmo fare.

Se volessimo guardare alla presenza di anomalie nelle spese di gestione tra ditte simili , lo potremmo fare. Le possibilità sono infinite, in quanto quest’area consentirebbe una vera differenziazione di servizio tra uno studio ed un altro.